giovedì 13 giugno 2013

Cosa mi racconta l'economia - parte II. La legge della bolla e dello spillo

Chi insegue le bolle e chi produce, un classico del capitalismo


La prima parte la trovate qui.

Prologo. Le quattro cantonate della teoria neoclassica (aka neoliberismo)
Prima di continuare, raccogliamoci in preghiera e recitiamo il Verbo del pensiero unico.

"La migliore garanzia contro lo sfruttamento è il mercato."
"I capitali devono circolare liberamente".
"Più moneta in circolazione, più inflazione".
"Il mercato è in grado di autoregolarsi".

Nessuna bevuta è gratis
Come dicono gli economisti neoclassici ogni volta che, per sostenere le assurdità del pensiero unico, si attaccano alla fiaschetta che portano sempre al collo come i San Bernardo. Perché da sobri qualche dubbio alla fine verrebbe fuori e ci si potrebbe rendere conto che la Svezia non è nell'euro - per questo appare così in forma - e il cambio lira/euro non è 1700.

666 è il numero della Bestia
Gli enunciati della teoria neoclassica sono come le canzoni rock che, suonate al contrario, conterrebbero un messaggio satanico. In questo caso un messaggio favorevole alla classe dominante e a tutto svantaggio del restante 99%.
I neoclassici dicono, parlando normalmente: "La moneta unica funziona solo se l'area che la adotta risponde a precisi requisiti di uniformità fiscale, del mercato del lavoro, governativa, educativa."
Parlando invece come il nano di Twin Peaks, al contrario, essi rivelano un modo molto vantaggioso per le élite di  ripristinare il modello mercantilista di dominio di un paese forte su altri deboli attraverso il vincolo di cambio applicato in un area valutaria non ottimale.  Il trucco dell'Euro, appunto. Prendi una teoria, trattala male, tanto prima o poi l'unione fiscale si farà, hai voglia! Poi arriva l'amerikano pragmatico che ci sgonfia le gomme con la previsione che, per allora, saremo tutti morti.

Allo stesso modo, il principio di reversibilità satanica si applica a tutti i principi che ho enunciato sopra. Basta aggiungere un non all'affermazione e si scoprirà che effettivamente, nel mondo reale, le cose funzionano esattamente al contrario dell'enunciato.
"La migliore garanzia contro lo sfruttamento NON è il mercato" (perché il padrone è buono e caro ma se gli dai un dito...) "I capitali NON devono circolare liberamente" (perché altrimenti succede che la finanza sottrae risorse all'economia reale, vedi sotto). "Più moneta in circolazione, NON porta più inflazione" (infatti la frase in positivo è una pura sciocchezza smentita da tutti i dati ufficiali, fatta per spaventare i crucchi con il babau di Weimar e controllare anti-democraticamente la quantità di moneta circolante, ergo controllare la distribuzione della ricchezza). 
"Il mercato NON è in grado di autoregolarsi". Lo vediamo subito come si autoregola, giusto un attimo di pazienza e uno schemino interessante che introduce l'argomento dark pools.
La contraddizione palese insita nella pretesa che potesse esistere la regola in assenza di regole, del resto, fin dall'inizio non prometteva niente di buono.

'O mercato nun vo' penziere
In questi giorni di vacanza mi sono letta "Finanza per indignati", l'inchiesta di Andrea Baranes sulla finanza casinò e la sua degenerazione in tumore che ha attaccato il tessuto sano dell'economia e da allora mi viene un sorriso da Joker ogni volta che i TG serali aprono il siparietto di economia parlando dell'andamento della giornata in Borsa.
La Borsa, il tempio del Mercato (si, quello con il termostato). Oppure il mercato nel Tempio, quello che fece andar giù di sentimento nostro signore. Un luogo dove, secondo i fratelli Grimm delle ore venti, il Bund fa a braccio di ferro con il BTP ad un tavolo di osteria mentre le altre valute sorseggiano tequila bum bum, ogni giorno c'è l'asta tosta dei titoli di stato con file di risparmiatori ansiosi di aggiudicarsi quel pregevole BTP di scuola vicentina perfettamente conservato e le massaie girano per le bancarelle acquistando titoli che i borsisti incartano commentando: "Il FIAT è un po' di più, lascio, signo' ?"
La Borsa, ovvero il centro del Mercato, nel cervello del popolino deve assomigliare appunto al mercato rionale, ad una colorata Vuccirìa. E, soprattutto e di conseguenza, il popolino che va al mercato deve ragionare con la stessa logica del fruttarolo e del pizzicagnolo. Un mondo di sogno, assolutamente irreale nel contesto finanziario. Una favola per i gonzi, che la manderanno giù assieme alla forchettata di bucatini. "Cazzo, che botta ha dato Tokyo oggi!"
La verità invece è che il Mercato non va più al mercato. Ama le sensazioni forti, la sorpresa, la novità, l'anonimato e la trasgressione delle dark rooms, oops!, dark pools.


Un tuffo dove l'acqua è più blu

Come funzionano le dark pools, omologhi finanziari delle dark rooms
Le dark pools, o piscine, sono luoghi dove le transazioni finanziarie avvengono al di fuori delle Borse ufficiali, su computer ultra veloci e con ritmi di scambio parossistici. Dal 2009, anno successivo al crack di Lehman Brothers, invece di darsi una calmata con la roulette, la finanza ha moltiplicato il trading attraverso le dark pools, con un aumento del 48% e realizzando il 13% del totale del volume complessivo di trading. In Europa le dark pools gestiscono un giro di affari di 80 miliardi di sterline al mese. E per noi non ci sono soldi, vero?

Nel grafico seguente si vede ancor meglio l'aumento di importanza del trading al di fuori della Borsa, soprattutto in Europa dal 2005 in poi.



Il risultato di questo travaso di enormi fiumi di denaro dall'economia alla finanza e dalla finanza in chiaro a quella puramente speculativa e criptata è devastante per l'equilibrio macroeconomico. Dal sistema di scambio D-M-D- (denaro - merce - denaro), siamo passati ad un circuito chiuso D - D (denaro - denaro)  dove la moneta viene moltiplicata senza alcun limite. Alla faccia della massa monetaria che crea inflazione, eh Milton? 
Ecco perché "non si sono i soldi", come ricordavo nella prima puntata di questo post, parlando di coloro che ci costringono a fare sacrifici. Perché i soldi vengono deviati dall'economia reale (dove sono limitati in quantità in modo che non si arricchisca troppa gente, intendendo con gente i poveri e le classi medie) al mondo della finanza speculativa, dove, essendo tutti già ricchi, la ricchezza può essere creata, distrutta e passata di mano in un delirio che rende gli attori sempre più  folli. Finanza creativa perché riesce a creare il denaro dal nulla.

Lo strumento principale di questo tipo di finanza è il derivato, nato come prodotto finanziario assicurativo (ad esempio il plain vanilla) e poi diventato la bacchetta magica per creare speculazione allo stato puro e moltiplicare i soldi e i denari.
I derivati sono misteriosi ("pochissimi sanno come funzionano", "sono complicatissimi da descrivere") ma diventano comprensibili se li si associa al funzionamento della cellula neoplastica.  
Come essa si moltiplicano esponenzialmente e senza controllo e alla fine distruggono il tessuto che hanno intaccato.
I derivati sono ciniche scommesse sulle disgrazie altrui. Posso guadagnare dal fallimento di intere nazioni (CDS, Credit Default Swaps), posso scommettere 1000 volte che ruberanno l'automobile del mio vicino e rivendere la scommessa ad altri 1000 e questi ad altri 1000 ancora.
Posso perfino creare un prodotto derivato che scommette, in un gruppo di persone anziane, su chi schiatterà per primo. Non è veramente diabolico, tutto questo? E, già che ci siamo, scommettiamo che questo gioco non potrà durare in eterno? Anzi, aspettate, vado a rivendere la scommessa ad altri mille.

La legge della bolla e dello spillo
Sapete come è nata la crisi che ancora ci attanaglia? Per spingere gli americani ad aumentare i consumi, le banche decisero di concedere mutui al 100% e più anche ai clienti subprime, cioè a quelli che già si sapeva non sarebbero stati in grado di onorare il debito. Comperare casa diventava così alla portata di tutti, bastava una firmetta in banca. E poi gli americani sono abituati ad indebitarsi. 
Intanto i prezzi delle case aumentavano e aumentavano anche gli importi dei mutui da ripagare con gli interessi. Una gigantesca bolla immobiliare. Poi i subprime cominciarono a non riuscire più ad onorare il debito e i più sfortunati si videro portar via la casa dalla banca. Tuttavia, il guaio peggiore non derivò tanto dalla insolvenza dei debitori nei confronti delle banche ma dal fatto che, questo debito era stato trasformato e moltiplicato a dismisura attraverso gli strumenti derivati e spalmato su tutto il mercato finanziario. Un relativamente piccolo debito privato era lievitato fino a diventare un'altra colossale bolla speculativa,  questa volta finanziaria, che alla fine incontrò il suo spillo gemello nel 2008.

Fare i liberisti con il culo dello Stato (cioè con il nostro)
Siccome, lo sapete, le banche sono troppo grosse per fallire, quando una banca grossa è sull'orlo del fallimento lo Stato deve rimediare. L'odioso Stato della Spesapubblicaimproduttiva, il Grandefratello, il nemico della liberainiziativaprivata. Quello che impedirebbe al mercato di autoregolarsi sabotandogli il termostato.
Funziona così. Le banche, da quando non sono più obbligate a scegliere se dedicarsi al credito oppure alla speculazione, trovano sempre più divertente giocarsi i capitali al casinò di quest'ultima. Magari nelle oscure dark pools. 
Quando perdono, perché con i derivati non si scherza, si ricordano della loro funzione pubblica, si mettono il vestito buono da cassa di risparmio e vanno a batter cassa dallo Stato. E' come avere un parente stretto ludopatico, che si gioca lo stipendio alle macchinette perché, una volta ottenuti i fondi per salvarsi, questi mica mettono la testa a posto ma ritornano a farsi ancora di più di derivati.

Ricordate la contraddizione all'inizio del mercato che si autoregola in regime di deregulation? 
Eccone un'altra bella grossa, di contraddizione, sempre grazie a quei geni dei neoclassici. Lo stato che non deve interferire con i meccanismi del mercato ma che DEVE intervenire per salvare le banche PRIVATE con soldi PUBBLICI.

Bucargli il pallone e portarselo via
Per uscire da questo inferno, dove la finanza prosciuga ogni risorsa all'economia produttiva, ai risparmi dei cittadini ed arriva a minacciare le loro vite, condannando paesi interi alla povertà indotta, bisogna bucare il pallone alla finanza. Bisogna impedirgli di gonfiare bolle su bolle e farla finita con i derivati puramente speculativi. Bisogna costringere le banche a scegliere tra credito e investimento e, se scelgono il secondo, sappiano che se falliscono, in base al principio della libera concorrenza e del mercato che si autoregola, saranno cazzi loro. 

Addendum

Avrete capito che ci sono enormi quantitativi di moneta in giro per il mondo, milioni di fantastiliardi ma, forse perché sono impegnati a nuotare nelle piscine  assieme agli squali della finanza, non hanno alcun effetto sull'inflazione. Niente carriole e francobolli da un miliardo. Anche perché l'inflazione viene controllata tenendo bassi i salari e comprimendo la domanda interna. Così il padrone accumula e il povero dimagrisce, che gli fa pure bene alla prova costume.
Sempre grazie ai derivati e ai prodotti tossici finanziari di ogni tipo i capitali circolano liberamente ma ciò non pare portare alcun vantaggio all'economia reale. Anzi, ad ogni bolla scoppiata equivale una bella crisi strutturale lacrime e sangue per tutti. Sempre più ricorrente o periodica, come avrebbe detto il barbone tedesco.
Capite adesso perché i neoclassici non possono fare a meno della loro fiaschetta?


5 commenti:

  1. Cara amica Lameduck,

    se invece che studiare psicologia ti fossi laureata in economia ora il Brunetta si sognerebbe di aspirare al nobel.

    Scherzi a parte ho trovato molto interessante quanto hai scritto.

    Una curiosità: sei riuscita a dare una letta alla grande trasformazione Karl Polanyi?

    Ciao Davide

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, purtroppo, non ho ancora letto il Polanyi. Ho tanti libri da leggere in standby. Al mare ne ho letti quattro ma ora il tempo è veramente pochissimo. Comunque è in lista.
      Anch'io ho trovato interessanti le informazioni sul lato oscuro della finanza, che credo siano pochissimo conosciute. Così ho voluto condividerle.
      Brunetta non lo smontare, lui ci spera tanto nel Nobel. ;-)

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  2. Forse con un approccio psicologico l'economia si capisce meglio....

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    Risposte
    1. Perché, dopo tutto, si tratta di fatti e comportamenti umani.

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  3. Adetrax21:59

    "Dark rooms, dark pools, dark boom ..."

    Negli ultimi decenni il tema "dark" è stato sempre più veicolato nelle opere musicali e cinematografiche, quindi un motivo ci sarà ... nella scia di "the dark side of the moon".

    "... computer ultra veloci e con ritmi di scambio parossistici."

    Date le richieste e gli scambi che intercorrono fra i centri finanziari di Wall Street,
    Londra ed altri sparsi sul globo terrestre la corsa verso la velocità di reazione nella gestione delle transazioni forse ha un suo perchè; magari le battaglie finanziarie alla lunga si vincono o si perdono guadagnando sul filo dei centesimi e forse dei millesimi di secondo ... in effetti sono la versione aggiornata delle vecchie "batracomiomachie" con la piccola differenza che forse hanno degli scopi finali abbastanza concreti.

    In questo contesto, tornando a considerazioni più "terra terra", bisognerebbe domandarsi anche se le recenti pubblicità, che invitano a "tradare on-line", non abbiano anche qualche recondito fine psicologico volto a creare un implicito consenso / condivisione nel popolino, nella crescente tribù dei "tradatori", per certe attività finanziarie.

    Cogliendo la palla al balzo e tralasciando le ovvie considerazioni sull'orribile neologismo "tradare" (che mai dovrà trovare un qualsivoglia riconoscimento ufficiale), non sarebbe male riflettere sui vari significati sia del verbo inglese "to trade" sia eventualmente di quello latino "trado" (che potrebbe essere la radice più o meno equivocata / storpiata di quello inglese), perchè ragionandoci sopra si potrebbero fare delle interessanti considerazioni.

    Detto questo, la differenza fra un neo "tradatore" e "loro" (i veri professionisti, i "master of the universe", ecc.) potrebbe essere la stessa che c'è fra lo svolazzare di un "pollastro", di un "pennuto da cortile" ed il volo di una squadriglia di jet militari a velocità supersonica ... e si sa che i pollastri, quando non si usano per tenere a bada i pulcini, fanno spesso una fine poco dignitosa, vedi anche la dimostrazione delle "pussy riot" nel supermercato.

    "Bucargli il pallone e portarselo via."

    Se bastasse la parola ... purtroppo se la finanza speculativa è lo strumento di "giustizia divina" utile a ricacciare verso il basso schiere di "untermenschen" in eccesso e se i vari livelli decisionali sono orientati ed interessati alla più assoluta obbedienza al vertice, l'auspicio diventa un po' utopistico anche se del tutto lecito (auspicare non è ancora un reato) :-).

    "Capite adesso perché i neoclassici non possono fare a meno della loro fiaschetta?"

    Della serie: "più solipsismo per tutti", l'importante "è crederci".

    RispondiElimina

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